Silvio Berlusconi non aveva tutti i torti. A mettere lo zampino per la liberazione dei pescatori di Mazara del Vallo Vladimir Putin. Quella che sembrava essere solo una frase pronunciata dal leader di Forza Italia e captata in un retroscena de La Stampa, sembra essere proprio la realtà. È lo stesso quotidiano a citare fonti ben informate che confermano il coinvolgimento del presidente russo. I testimoni parlano di una telefonata giunta circa due settimane fa dal Cremlino alla base di Al-Rajma, città della Cirenaica dove si trova il quartier generale di Khalifa Haftar.
Durante la conversazione il capo del governo libico non riconosciuto è stato esortato ad accelerare sul rilascio dei pescatori a Bengasi da 108 giorni. Putin ha fatto presa in fretta sul generale, che dal canto suo ha utilizzato il sequestro dei pescatori per legittimare il suo ritorno dopo il fallimento del suo colpo di mano su Tripoli. Non solo, perché in cambio Haftar ha anche chiesto il sostegno russo e garanzie sul mettere un freno all’azione della Fratellanza musulmana nell’ovest del Paese (considerata da Haftar come un’entità terroristica ndr). A suggellare il suo trionfo, Haftar ha anche preteso la presenza in Libia, alla liberazione dei 18 uomini, del premier Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Presenza che ha innescato una vera e propria polemica in Italia.
Fonte: liberoquotidiano.it