Riceviamo e pubblichiamo integralmente la seguente lettera pervenuta alla nostra redazione di Vivi Mazara.
Egregio signor Presidente della Regione Siciliana, sono la portavoce di tanti genitori che hanno i figli fuori sede per esigenze di studio,per essere precisi nella Regione Piemonte. Restando consapevole che la Regione Piemonte è una zona considerata ”ROSSA” dove ancora non è possibile la ripresa,vorrei capire come mai fino a un mese fa vi sono stati esodi dal Nord verso il Sud. Proprio in quel periodo,dove la maggior parte delle persone che si trovavano al Nord, sono riusciti a tornare in Sicilia, luogo di residenza, oserei dire illegalmente, mio figlio insieme ad altri quattro ragazzi hanno osservato la quarantena nel proprio domicilio a Torino.
Premetto che sono un’infermiera, che di regole e di sicurezza ne sa abbastanza, ho trasmesso ai miei figli il rispetto delle regole e del senso civico, come hanno fatto sicuramente i genitori degli altri quattro ragazzi.
In questo momento così difficile,il bisogno di avere un minimo di contatto fisico con la famiglia, risulta essere un bene primario,non tralasciando il disagio economico, dato che da genitori continuiamo tra mille difficoltà a pagare l’affitto e a cui non possiamo più far fronte. Sono cinque ragazzi: Emanuele Maggio,Maria Craparotta,Salvatore Di Giovanni,Antonino Di Giovanni e Samuela Balistreri, rimasti a casa che chiedono solo di poter rientrare nella propria terra,ovviamente seguendo le regole di sicurezza.
Se io non fossi certa, che ognuno di loro non avessero osservato la quarantena,non mi sarei mai permessa di scrivere. In nome di tutti i genitori che non vedono i propri figli da mesi chiedo di farli rientrare in Sicilia con le dovute precauzioni,come ad esempio un tampone eseguito prima della partenza e un tampone eseguito dopo quarantena nella propria Residenza, denunciando ovviamente l’arrivo a chi di competenza.
Rivogliamo i nostri figli a casa,in modo da poter sostenere un minimo di decenza, che va dal poter mangiare a scaricare lo stress accumulato in tutti questi mesi chiusi in casa. Spero con tutta me stessa di essere stata una portavoce che non chiede altro di rivedere il proprio figlio, perché è certo che nella situazione in cui siamo, l’ansia e la paura della distanza,riempiono le nostre giornate. E di dichiarare che verranno rispettate tutte le precauzioni in atto.
In fede
La Sala Denise