La condanna a 10 anni di reclusione è stata chiesta dal pubblico ministero Antonella Trainito per un pregiudicato di Campobello di Mazara, Massimo Pellicane, di 39 anni, sotto processo, davanti il Tribunale di Marsala, per tentato omicidio, tentate lesioni personali e detenzioni di armi atte ad offendere.
I fatti sono datati 29 agosto 2017, quando, dal tetto della sua abitazione, Pellicane avrebbe lanciato un tufo contro l’auto del 50enne Giacomo Gallo, mentre questi transitava con a bordo anche il figlio piccolo.
In ottobre, in aula, è stata la vittima a raccontare le drammatiche fasi dell’aggressione. “Massimo Pellicane mi ha rovinato una famiglia – ha detto Gallo – Mentre io ero al lavoro, vendeva la droga a mia moglie, che poi è andata a vivere con lui.
Sono stato colpito di lato in testa solo perché un carabiniere mi ha detto: ‘attento Gallo’. Il secondo colpo, invece, l’ho parato con il braccio. Perché Pellicane mi ha aggredito nonostante mia moglie era già andata a vivere con lui da almeno tre mesi? Forse perché era fumato e pensava che stavo andando da loro, ma io stavo andando verso un mio terreno per depositare i miei attrezzi da muratore. Poi, dopo l’arrivo dei carabinieri, che hanno tentato di bloccarlo mentre mi aggrediva, lui è fuggito. Andando a casa di suo padre e tornando con una spada”. Una “katana”, spada giapponese lunga circa 90 centimetri. E i carabinieri hanno dovuto faticare non poco per renderlo inoffensivo. Legale di parte civile per Gallo è, invece, Giuseppe Pantaleo. A difendere l’imputato è, invece, l’avvocato Francesco Moceri.
Fonte: www.tp24.it