Buona domenica a tutti carissimi amici.
Che è bello ascoltare oggi, in questo tempo di preparazione alla Pasqua, questa parola: “Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi… Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future. Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra»”.
Dio è alleato con tutti, non è nemico di nessuno; Dio crea a ricrea relazioni, offre nuove opportunità a tutti; Dio ama costruire ponti (l’arcobaleno), farsi prossimo; Dio sa coinvolgere anche, in questa sua alleanza con noi, tutto ciò che ci circonda e che noi siamo chiamati a custodire: il creato e le sue creature.
La Parola di Dio di mercoledì scorso, che siamo chiamati ad accogliere e meditare con assiduità in questo tempo quaresimale, a custodirla e metterla in pratica, si integra benissimo con questa alleanza che chiama in causa tutti noi: chi è alleato con Dio, è anche alleato con gli altri.
Ecco i tre rimedi per realizzare questa duplice alleanza con Dio e con il prossimo:
– l’elemosina: ovvero prenderci cura degli altri; gli altri ci appartengono, sono fratelli, sopratutto coloro che sono privi di affetto (la solitudine logora tante persone) e di beni (ciò che è necessario per vivere dignitosamente);
– la preghiera: ovvero fare della nostra vita, delle notte giornate, delle notte relazioni un inno di lode e di ringraziamento a “colui che fa nuove tutte le cose”;
– il digiuno: ovvero il privarsi del superfluo, o anche del necessario (come la donna al tempio), per riconoscere l’urgenza di “nuovi alimenti” che ridanno vigore al nostro spirito (la dimensione interiore) e credibilità al nostro essere cristiani: amare, accogliersi, essere più solidali, costruire la pace e la concordia nelle nostre famiglie e nei luoghi che frequentiamo, imparare a perdonare, fare un buon uso del tempo e dei social network, parlare per edificare e non per distruggere o screditare, ….
Si farà strada allora in noi, nascerà spontanea in questo tempo benedetto, l’esigenza di chiedere a Dio di perdonarci: “Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro… Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo…” (Sl 50).
Il sacramento della riconciliazione (la confessione) sarà per tutti noi un’esperienza di purificazione e di rinascita, di gioia e di esultanza… e non un atto insignificante e sterile.
Questa vita nuova e buona che Dio innesta nella nostra umanità, fragile ma sempre nobile, alimenterà, di giorno in giorno, il nostro desiderio di Gesù stesso, pane vivo e vero, segno luminoso che spazza tutte le nostre tenebre ed infedeltà e ci rende a Lui graditi.
La parola di Gesù, proclamata oggi nelle nostre Celebrazioni Liturgiche, è un invito chiaro da accogliere con docilità: “Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo»”.
Buona quaresima
Don Antonino Favata
Cappellano del Presidio Ospedaliero “Abele Ajello”