“Il decreto di ripartizione delle quote di pesca del tonno rosso, ancora una volta non ha tenuto in considerazione le richieste avanzate dalla Regione Sicilia, che aveva posto l’accento su una più equa ripartizione delle quote, invertendo la rotta di premiare pochi e penalizzare molti”.
Lo dicono gli assessori regionali per la Pesca Mediterranea, Edy Bandiera, e per le Attività produttive, Mimmo Turano, dopo la firma del decreto da parte del Ministero per le politiche agricole. “Abbiamo provato a scongiurare un triennio ancora di ingiustizie. Ravvisiamo fondati motivi per impugnare questo decreto e porteremo in giunta – aggiungono – la proposta di delibera per ricorrere avverso questo decreto”. Bandiera a febbraio scorso, alla luce degli aumenti progressivi del totale ammissibile di cattura del tonno rosso per il triennio 2018-2020, che riconosce all’Italia una quota pari a 3.894,13 tonnellate per l’annualità 2018, chiese che le quote venissero distribuite in maniera proporzionale fra i diversi sistemi di pesca, aumentando la quota riservata alla pesca col sistema del palangaro (pari al 14%) per non penalizzare ulteriormente la flotta siciliana, e diminuire la quota assegnata al sistema di pesca della circuizione (pari al 75%), che penalizza i piccoli pescatori a vantaggio di una gestione di grandi imprese.
“Il decreto direttoriale sulla ripartizione dei contingenti nazionali di cattura del Tonno Rosso per il triennio 2018/2020 disattende totalmente e incredibilmente le aspettative dei pescatori siciliani”, aggiunge Nino Accetta, presidente di Federcoopesca Sicilia, a poche ore dalla pubblicazione del decreto. “Il ministero – afferma Accetta – ha peraltro proditoriamente ignorato, insieme a quelle di Federcoopesca, anche le richieste del governo siciliano, al quale ora ci rivolgiamo – nelle persone dell’assessore Bandiera e del direttore Dario Cartabellotta – perché si prendano i più urgenti e opportuni provvedimenti per scongiurare un ulteriore triennio di palesi ingiustizie”.
(Fonte: Livesicilia.it)