Nel 2023 quasi quattro studenti italiani su 10, il 39%, ha ammesso di aver provato nel corso della vita almeno una volta una sostanza stupefacente. Il dato emerge dalla relazione annuale del 2024 del Dipartimento per le Politiche Antidroga al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze, secondo il quale 680mila giovani, cioè un quarto della popolazione studentesca, ha assunto droghe nel corso dell’anno precedente lo studio. E tra i giovani consumatori di sostanze stupefacenti preoccupa il dato sui minorenni: 360mila, cioè più della metà degli studenti che ne fanno uso.
Il coinvolgimento dei minorenni
Secondo i dati del rapporto, il coinvolgimento dei minorenni è evidente anche dal fatto che i minori denunciati per reati penali correlati alla droga sono in aumento del 10% rispetto al 2022 (sono stati 1.246, il 4,5% delle persone denunciate). E la vicenda di Thomas, il 16enne accoltellato e ucciso da due suoi coetanei a Pescara proprio per un debito legato alla droga, sembra confermarlo. “È una storia che rappresenta l’esito di una scelta e si ripete sistematicamente”, riflette il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano durante la presentazione del report. E tre sono gli elementi che convergono in casi come questo: “La diffusione pandemica delle sostanze stupefacenti, l’abbassamento dell’età del primo approccio e del conseguente uso abituale e l’incremento del principio attivo, cioè ciò che determina l’effetto drogante”, sottolinea.
Più cocaina e smart drug
Secondo il report, inoltre, aumenta il consumo di cocaina: quasi 54mila ragazzi tra i 15 e i 19 anni riferiscono di aver fatto uso di cocaina nel 2023 e aumenta anche la percentuale di studenti che hanno utilizzato la sostanza prima dei 14 anni. Anche il consumo di nuove sostanze psicoattive è cresciuto in un anno, 160mila studenti tra i 15 e i 19 anni riferiscono di averne consumato almeno una nel corso degli ultimi 12 mesi. Le smart drug più consumate dai ragazzi sono cannabinoidi sintetici (4,6%), ketamina (1,3%), oppioidi sintetici (1,3%), catinoni (0,8%) e Salvia Divinorum (0,5%). E quasi 380mila giovanissimi hanno anche avuto almeno un’intossicazione da alcol.
Tra le ragazze in crescita gli psicofarmaci
Completano il quadro gli psicofarmaci senza prescrizione medica, che hanno raggiunto le prevalenze più alte mai registrate e sono stati utilizzati da 170mila minorenni nel corso dell’anno (11%), con una diffusione più che doppia tra le ragazze. Conseguentemente sono aumentati anche gli accessi al Pronto soccorso per situazioni direttamente correlate alla droga: 8.596 nel 2023, il 5% in più, con un 10% di minorenni.
Il ruolo delle famiglie
Resta la percezione della pericolosità da parte delle stesse famiglie dei baby assuntori. Secondo uno studio recentemente condotto, due quinti dei genitori di studenti tra i 9 e i 14 anni – che frequentano 20 scuole di Roma – relativamente al consumo di sostanze cannabinoidi hanno un atteggiamento di tolleranza e la metà ritiene che consumo di alcol e cannabinoidi vada contestualizzato prima di essere giudicato. “Chi possiede un elevato titolo di studio è mediamente più tollerante verso alcol e cannabinoidi mentre si rivela più intollerante verso l’uso di tabacco e sigarette elettroniche”, sottolinea Mantovano, per il quale “bisogna mettere da parte quei pregiudizi ideologici post-sessantottini secondo cui tutto si può fare. I risultati ci dicono che non è cosi'”.
Fonte Tgcom24.mediaset.it