Duecentomila convocazioni, oltre 70mila colloqui effettuati e 50mila Patti per il lavoro sottoscritti. Pronto il primo monitoraggio “non completo” delle regioni sui beneficiari del Reddito di cittadinanza chiamati dai centri per l’impiego per procedere con la cosiddetta fase due.
Il dato è stato illustrato dall’assessore al Lavoro della Toscana e coordinatrice della Commissione lavoro della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Cristina Grieco, al termine dell’incontro col ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo.
“Un grande lavoro, a testimoniare che le regioni si sono mosse”, ha sottolineato Grieco. Le Regioni hanno chiesto al ministro che ci sia “una data unica” per poter applicare le sanzioni, previste dalla legge, se il beneficiario convocato non si presenta all’appuntamento senza un motivo giustificato, ha inoltre spiegato Grieco, confidando in “risposte” prossime, “in caso contrario faremo un accordo interregionale e partiremo in maniera omogenea tutti insieme”.
“E’ urgente – ha spiegato poi Cristina Grieco in una nota – definire un’agenda di lavoro condivisa, che costituisca la cornice degli interventi da realizzare per lo sviluppo dell’occupazione. Abbiamo trovato d’accordo il ministro che ha riconosciuto il protagonismo e il carattere propositivo dell’azione delle Regioni”.
E ancora: “Nunzia Catalfo, anche su nostra sollecitazione, ha poi proposto l’attivazione a breve della prevista ‘cabina di regia’ per affrontare con i Comuni alcune questioni relative alle politiche sociali, alle ore di lavoro utili per alla collettività, ai rapporti con gli enti proprietari delle sedi dei centri per l’impiego e alla relazione fra gli Cpi e gli uffici dei Comuni. Una cosa è certa – ha proseguito Grieco – dobbiamo dare gli strumenti ai centri per l’impiego fondati su regole e procedure condivise e su una uniformità di comportamento. Serve un atto interpretativo del Ministero del Lavoro, con particolare riferimento alle conseguenze della mancata presentazione dei beneficiari del Reddito di cittadinanza alle convocazioni da parte dei Centri in assenza di un giustificato motivo”.
Sulle sanzioni Grieco specifica: “C’è bisogno di un’attuazione uniforme sui territori delle disposizioni in materia di sanzioni, individuando una data unica nazionale per l’avvio dell’attuazione dei meccanismi di condizionalità. Lo strumento dell’Assegno di Ricollocazione deve poi diventare operativo. Occorrono inoltre regole condivise per render applicabili le norme sull’offerta congrua di lavoro, per evitare distorsioni o effetti discriminatori. Obiettivi che vanno perseguiti anche attraverso una campagna di comunicazione nazionale rivolta ai beneficiari del Reddito di Cittadinanza, per renderli consapevoli degli obblighi di attivazione connessi alla fruizione del beneficio. Infine – ha concluso Grieco – le Regioni hanno chiesto una sede unitaria di confronto tecnico e operativo con il ministero del Lavoro, in cui questo ultimo, in raccordo con le sue agenzie, interloquisca in modo più produttivo con le Regioni, ed è poi importante che il ministero dia mandato ai suoi uffici di avviare una interlocuzione con il livello tecnico delle Regioni per l’attuazione del previsto potenziamento dei Centri per l’Impiego”.
Il Veneto, inoltre, ha chiesto di introdurre nelle norme per il Reddito di cittadinanza l’obbligatorietà dell’accettazione del lavoro da parte dei beneficiari, pena la perdita del sussidio. La richiesta è stata avanzata dall’assessore veneta al Lavoro, Elena Donazzan.
“La commissione che si occupa di lavoro nella Conferenza Stato/Regioni ha chiesto questo primo confronto con il ministro – afferma Donazzan – ed è stata l’occasione per chiedere l’istituzione di tavoli tecnici al fine di aggiornare l’applicazione del Reddito di cittadinanza alle esigenze di modifica emerse in questi mesi di sua attuazione. Inoltre, è stata avanzata la proposta di rendere effettive le ore di lavoro che il percettore del reddito di cittadinanza deve alla comunità attraverso i progetti definiti dai Comuni”.
Fonte: Gds.it