L’imperativo del governo è trovare liquidità per imprese, autonomi, lavoratori. Ed ecco che prende sempre più corpo la misura di un reddito di emergenza ad hoc per chi ha subito, economicamente, la crisi coronavirus. Le risorse in particolare verrebbero destinate a precari, stagionali e lavoratori in nero. Nel governo si fa avanti l’idea della semplificazione di alcuni requisiti – a cominciare da quelli immobiliari – per ottenere il reddito di cittadinanza.
“Stiamo lavorando a un reddito di emergenza per aiutare le famiglie in difficoltà” promette infatti Luigi Di Maio mentre è il capo politico del Movimento, Vito Crimi, che ha avanzato l’altra proposta cardine del Movimento: quella del taglio degli stipendi dei parlamentari in modo da indirizzare i risparmi ottenuti nel calderone delle risorse da mettere in campo per affrontare l’emergenza sanitaria.
Ma è il reddito di emergenza la strada che il governo sembra voler seguire. Una misura che possa permettere di aiutare subito chi è in difficoltà. E su questa direzione vanno anche le proposte che arrivano al governo, come quelle di ASviS e Forum DD.
Si tratta del Sostegno di emergenza per il lavoro autonomo (Sea) e del Reddito di Cittadinanza per l’Emergenza (Rem), misure temporanee ed eccezionali, spiegano, la cui durata è uniformata a quella delle prestazioni straordinarie per il lavoro dipendente introdotte in seguito al diffondersi della pandemia. L’intento è quello di integrare il dl con poche misure mirate senza stravolgere quanto fatto finora.
Il periodo di vigenza ipotizzato è fino al 31 agosto con un meccanismo di monitoraggio che possa consentire l’adeguamento delle scadenze e degli importi in relazione al tiraggio e alle decisioni sulle restrizioni. Il Sea mira a sostituire il bonus una tantum di 600 euro per gli autonomi per sostenere il reddito e tutelare il lavoro.
L’importo del Sea, non è fisso, ma cambia in base alle diverse situazioni: poiché l’obiettivo è di sostenere soprattutto chi è in grave difficoltà, l’ammontare del contributo viene determinato in modo progressivo a seconda delle condizioni economiche del nucleo familiare del lavoratore autonomo. Il Sea punta, inoltre, a mantenere la capacità produttiva del lavoro per cui il suo valore è anche parametrato alla perdita di guadagno (in proporzione al proprio volume abituale di attività), così da supportare in misura maggiore chi subisce più danni.
Il Rem utilizza i dispositivi del Reddito di Cittadinanza, che viene esteso ai nuovi richiedenti per la durata del periodo di emergenza. La misura (sulla quale, nel periodo di crisi, convergerebbero le nuove domande di
Reddito di Cittadinanza) rimodula uno strumento già esistente e prevede, per velocizzarne l’attuazione: la riduzione della documentazione necessaria, la semplificazione delle procedure, l’informazione automatica degli aventi diritto, la modifica dei vincoli legati al patrimonio mobiliare e immobiliare, l’allentamento temporaneo delle sanzioni legate alla condizione di lavoro irregolare. Non solo.
Perchè “lo strumento del Rem potrebbe infatti consentire per la prima volta un’occasione per far entrare nel sistema del welfare chi ne era completamente fuori. Un aggancio da non perdere e che ci dobbiamo giocare”, spiega Enrico Giovannini, portavoce di ASviS e già ministro del Lavoro. Lo strumento, inoltre, potrebbe consentire una volta finita la crisi un passaggio ad altri strumenti di sostegno, di formazione e di recupero al mercato del lavoro.
(Fonte: Gds.it)