Cammina, si nutre da sola, è autonoma e cosciente, ma dice che avrebbe voluto morire da giovane, la donna più vecchia del mondo. Si chiama Koku Istambulova, vive in Cecenia e ha 129 anni. O almeno è questa l’età dichiarata dal governo russo in base alla data di nascita del suo passaporto: 1 giugno 1889. Perché la longeva vecchietta russa ha perso tutti i documenti durante la seconda guerra cecena combattuta tra il 1999 e il 2009.
Le guerre – Il conflitto del Caucaso è solo una dei tanti scontri armati che Koku si è ritrovata, suo malgrado, a vivere: è sopravvissuta alla guerra civile russa, alla Seconda Guerra Mondiale e alla deportazione cecena del 1944. Aveva già 27 anni quando la Rivoluzione Russa spodestò lo zar Nicola II, 55 quando la Seconda Guerra Mondiale finì e 102 quando l’Unione Sovietica crollò.
I ricordi – Una vita, per sua stessa ammissione, “difficile”, segnata da sacrifici, rinunce e perdite, come quella di un figlio all’età di 5 anni. Ricorda perfettamente quando i carri armati nazisti passarono dinanzi alla sua casa o quando nel ‘44 lei e la sua famiglia furono deportate, insieme a migliaia di ceceni, in Kazakistan e poi in Siberia con l’accusa di collaborazione nazista. “In Kazakistan stavamo molto male” – racconta – “I kazaki ci odiavano e io per scacciare i pensieri lavoravo nel mio orto”.
Il segreto della longevità – Molti gli anni trascorsi china nei campi: “Ho sempre lavorato, non ho mai avuto un momento per riposarmi o divertirmi”. E quando le si chiede qual è secondo lei il segreto di un’esistenza così lunga, risponde: “Non ho scelto io, ha scelto Dio. Non ho avuto un solo giorno di felicità, la vita per me è una punizione divina”. “Ci sono persone che fanno di tutto per stare in forma e vivere bene – continua – Io non ho fatto nulla, tranne mangiare poco quello che non mi piace, la carne, e mangiare tanto ciò che adoro, il latte fermentato”.
Il compleanno – Considerando che la sua ultima figlia scomparsa, Tamara, è morta a 104 anni, probabilmente il segreto è nei geni. O nella terra del Caucaso che conta tra i suoi abitanti molti centenari. Per ora Koku resta, non solo nel suo Paese, ma nel mondo, la persona con più candeline spente. E, nonostante si definisca “troppo stanca di vivere”, si prepara così a soffiare sulla sua centoventinovesima: “Vedrò un altro mese, se Dio vorrà“.
(Fonte: Tgcom24.mediaset.it)