Allarme minori in Italia per Save The Children: un milione e 300 mila bambini e ragazzi, il 12,5% del totale, più di 1 su 10, vivono in povertà assoluta. Ma non solo: secondo il dato Istat riferito al 2016 oltre la metà non legge un libro, quasi 1 su 3 non usa internet e più del 40% non fa sport. Un paese dove “i minori non riescono a emanciparsi dalle condizioni di disagio delle loro famiglie e non hanno opportunità educative e spazi per svolgere attività sportive, artistiche e culturali. Luoghi che se restituiti ai bambini attiverebbero percorsi di resilienza, grazie ai quali potrebbe raddoppiare la possibilità di miglioramento.
Il nuovo rapporto di Save The Children “Nuotare contro corrente. Povertà educativa e resilienza in Italia” viene diffuso oggi in occasione del lancio della campagna “Illuminiamo il futuro” per il contrasto della povertà educativa. E dal rapporto emerge anche una carenza educativa, che è particolarmente evidente in alcune regioni tra cui la Sicilia.
L’organizzazione avvia anche una petizione online su www.illuminiamoilfututo.it per chiedere il recupero di tanti spazi pubblici in stato di abbandono e degrado da destinare ad attività extra scolastiche gratuite per bambini e adolescenti.
Alla petizione, accompagnata sui social dall’hastag #italiavietatAiminori, si legano i dieci luoghi simbolici vietati ai minori in Italia, tra questi l’ex scuola elementare di via Cabella a Milano, nel quartiere Baggio, il teatro Principessa Isabella, nel quartiere Lucento/Vallette di Torino, o il parco del quartiere Villaggio Falcone, nella zona di Ponte di Nona a Roma, la palestra nel quartiere Arghillà a Reggio Calabria, il parco San Gennaro nel rione Sanità di Napoli, l’asilo comunale Galante nel quartiere Danisinni a Palermo.
Fino all’Aquila, città simbolo vietata ai bambini, ma anche agli adulti, e per finire al Parlamento, dove – afferma Save The Children – “troppo spesso la voce dei minori è inascoltata”. Dal 12 maggio partirà anche una settimana di mobilitazione con centinaia di eventi in tutta Italia con la partecipazione di realtà locali, associazioni, scuole, enti e istituzioni culturali.
Dal rapporto emerge inoltre che i quindicenni che vivono in famiglie disagiate hanno quasi cinque volte in più la probabilità di non superare il livello minino di competenze sia in matematica che in lettura rispetto ai coetanei che vivono in famiglie più benestanti: 24% contro il 5%.
Un minore di 15 anni su 5, infatti, non raggiunge le competenze minime in lettura e matematica; quasi il 14% dei ragazzi abbandona gli studi prima del tempo; circa la metà degli alunni non usufruisce della mensa a scuola; il tempo pieno è assente da sette classi delle scuole primarie e da nove classi delle scuole secondarie su dieci, mentre appena un bambino su dieci frequenta l’asilo nido o un servizio per la prima infanzia.
Tuttavia fra questi minori c’è una quota di resilienti, ovvero ragazzi che raggiungono ottimi livelli di apprendimento anche provenendo da famiglie in gravi condizioni di disagio.
Secondo uno studio inedito contenuto nel rapporto di Save The Children, i fattori che aiutano i ragazzi ad emanciparsi dalle situazioni di disagio sociale ed economico sono: aver frequentato un asilo nido (+39% di probabilità), una scuola ricca di attività extra curriculari (+127%), dotata di infrastrutture adeguate (+167%) o contraddistinta da relazioni positive tra insegnanti e studenti (+100%). Al contrario, per i minori le probabilità di sviluppare percorsi di resilienza si riducono tra il 30% e il 70% se vivono in contesti segnati da alti tassi di criminalità minorile e dispersione scolastica e di quasi due volte se vivono in zone dove la disoccupazione giovanile è più alta della media nazionale.
Sicilia, Campania, Calabria, Puglia e Molise occupano i primi cinque posti della classifica della povertà educativa in Italia mentre Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna sono le regioni che offrono maggiori opportunità educative per i minori.
(Fonte: Gds.it)