Dal prossimo anno scolastico debutteranno i docenti tutor e i docenti orientatori, le nuove figure didattiche introdotte dal governo con il Piano per l’orientamento approvato a dicembre. Le procedure per avviare la selezione sono in corso (dal 17 aprile al 2 maggio) e riguarderanno 40 mila docenti per 70mila classi del triennio delle scuole statali di secondo grado. I fondi stanziati per il 2023-2024 ammontano a 150 milioni di euro, secondo il decreto firmato dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, promotore convinto di questa iniziativa che “è il primo passo di una concreta rivoluzione del merito”. Il compito di tutor e orientatori è di “individuare e valorizzare i talenti di ogni ragazzo – si legge sul sito del ministero – e, di conseguenza, scegliere il percorso formativo più giusto sul quale proseguire”. Sulla scelta e la formazione dei docenti in questione è decisivo il ruolo dei dirigenti scolastici, che hanno ricevuto il 5 aprile scorso le prime informazioni operative.
A loro spetta l’indicazione dei candidati tra quanti abbiano seguito su base volontaria un corso on line propedeutico ai successivi percorsi di formazione, nonché la nomina di tutor e orientatori entro il primo settembre. I requisiti per candidarsi, come l’essere in servizio con contratto a tempo indeterminato con almeno cinque anni di anzianità, e la disponibilità ad assumere il nuovo incarico per almeno un triennio scolastico, sono indicati con la dicitura “i candidati devono preferibilmente possedere”, quindi non sono obbligatori. Anche sul numero di studenti che ogni docente deve seguire è l’autorità scolastica a decidere, in una forbice che va da un minimo di trenta a un massimo di cinquanta ragazzi. In base a questa scelta, “e nell’ambito delle contrattazione d’istituto”, le retribuzioni per i tutor sono comprese tra 2.850 e 4.750 euro lordi, per gli orientatori tra 1.500 e 2.000 euro. Venendo al merito delle attività, il tutor ha la funzione di affiancare gli studenti nella loro crescita e aiutarli a creare un “E-port-folio”, ovvero il percorso di studi compiuti, la documentazione delle competenze acquisite, le attività svolte nei progetti finanziati con fondi europei, la scelta di un lavoro riconosciuto come proprio “capolavoro”.
L’orientatore deve invece aiutare gli studenti a fare scelte in linea con le proprie aspirazioni, tenendo conto dell’offerta dei percorsi di studio e di lavoro sul territorio. Questo compito sarà reso possibile grazie a una piattaforma digitale del ministero per favorire l’incontro con il mondo produttivo e universitario. Per ora non è previsto l’esonero dal servizio per queste nuove figure di docenti, che svolgeranno una funzione aggiuntiva rispetto a quella consueta.
Fonte: Gds.it