Cattive notizie per i precari della scuola siciliani. Pochi posti per le assunzioni e liste che, anziché accorciarsi, rischiano di allungarsi. Perché il concorso per soli abilitati, che dovrebbe aprire le porte all’assunzione, rischia di trasformarsi in una beffa e solo pochi supplenti storici potranno coronare il sogno di una stabilizzazione che attendono da anni. In queste ore si intrecciano due scadenze: la selezione per chi è già abilitato ma non si trova iscritto nelle graduatorie provinciali ad esaurimento, le cui istanze dovevano essere inoltrate entro le 14 di lunedì scorso, e la partita degli organici per il prossimo anno scolastico. La prima batosta arriva dalla Capitale proprio su questo fronte: delle 3.530 cattedre che il ministero dell’Istruzione renderà disponibili, in aggiunta a quelle liberatesi con i pensionamenti, per le assunzioni in pianta stabile soltanto 117 (degli 818 liberi) arriveranno in Sicilia.
In altre parole: i precari siciliani avranno meno chance di essere assunti rispetto ai colleghi delle altre regioni. Per Graziamaria Pistorino, della Flc Cgil regionale, “alla Sicilia è stato riservato un trattamento vergognoso”. “Non possiamo accettare una simile discriminazione. Pur essendo la terza regione d’Italia in quanto a popolazione scolastica – aggiunge – con 742 mila studenti, La Sicilia ha ricevuto meno posti di quelli ottenuti ad esempio dalle Marche, che ha una popolazione scolastica di 213 mila studenti”. E chiama in causa l’assessore all’Istruzione, Roberto Lagalla e il governo Musumeci perché intervengano. A pesare sulla ripartizione dei 3.530 posti per la stabilizzazione di altrettanti precari sembra influire il calo della popolazione scolastica, che in Sicilia si assottiglierà di 6.624 unità.
Ma i conti non tornano: la Campania, che perderà 9.307 alunni, riceverà ben 289 cattedre delle 434 libere. Il 67 per cento, contro il 14 per cento dell’Isola. “Il Miur continua a penalizzare gli organici siciliani Italia confermando una minima disponibilità a stabilizzare – tuona Claudio Parasporo, della Uil scuola siciliana – anche una sola parte dell’organico di sostegno che ha migliaia di posti liberi ma che costringe migliaia di docenti siciliani a permanere al nord”. Anche la Uil scuola chiama in causa il governo regionale “che, finalmente, dovrebbe permettere alla Sicilia di dotarsi di una legge sul diritto allo studio, che dia pari diritti è pari dignità sia agli studenti che a tutta la comunità scolastica, che metta risorse per poter fare ripartire le mense scolastiche”. Mentre Francesca Bellia, a capo della Cisl scuola regionale, parla di “scelte che penalizzano la scuola siciliana già lontana dagli standard minimi”. Con la certezza che il “precariato continuerà ad aumentare”.
“Si dà meno a realtà che hanno maggiore bisogno”, conclude Bellia. Esortando “il governo regionale intervenire con forza a tutela della scuola in Sicilia”. Ma non è tutto. Un’altra tegola per chi attende da anni una cattedra fissa arriva dal concorso riservato agli abilitati nella scuola di secondo grado (media e superiore), esclusi dalle Gae e dalle immissioni in ruolo. In Sicilia sono state 6.340 le istanze presentate ma posti all’orizzonte ce ne saranno pochissimi, solo in alcune materie “fortunate”.