All’Inps sono pervenute 41mila domande di pensione per il personale della scuola, con un aumento delle richieste di oltre il 30% rispetto al 2017. Lo rende noto l’Inps, precisando di aver riconosciuto il diritto a pensione, con decorrenza dal 1° settembre, per 36.700 persone, mentre per le restanti 4.600 tale diritto non è stato al momento riconosciuto. La notizia di potenziali differenze di circa “200 giorni” è da ritenersi “priva di ogni fondamento”.
Per le 4.600 posizioni l’istituto, in stretta collaborazione con i competenti uffici ministeriali, sta provvedendo a ulteriori approfondimenti.
Gli esiti delle verifiche sono stati comunicati al Miur, tramite invii dei files contenenti gli elenchi, a partire dal 30 aprile scorso, con contestuale aggiornamento sulle lavorazioni via via effettuate dalle strutture territoriali dell’Istituto.
Con riferimento alle notizie di stampa riguardanti le presunte diverse modalità di calcolo, l’Inps precisa che ha da sempre adottato il criterio dell’anno commerciale per la verifica del diritto a pensione. L’eventuale differente modalità di calcolo adottata dal ministero in ogni caso può comportare esclusivamente limitate differenze con riferimento ai periodi pre-ruolo, riconosciuti con provvedimenti di competenza del Miur e, pertanto, il riferimento a potenziali differenze di circa 200 giorni è da ritenersi destituito di ogni fondamento.
Infine, l’istituto evidenzia che il passaggio dell’attività di certificazione, garantendo la piena certezza del diritto, assicura la coerenza tra diritto verificato in anticipo e diritto in sede di liquidazione della pensione, superando il problema dei disallineamenti che si sono verificato negli scorsi anni.
(Fonte: Tgcom24.mediaset.it)