L’escavazione dei fondali del porto di Mazara è come il passo del gambero: un passo avanti e due indietro. Il risultato è che tutto è ancora bloccato. Quando sembrava che la soluzione fosse stata trovata con la disponibilità del comune di mettere a disposizione un terreno della contrada Affacciata per depositare i fanghi prelevati dai fondali, circa 60 mila metri cubi di melma, sarebbero sorti dei problemi perché ci sarebbero da effettuare delle analisi del terreno disponibile ed andare anche in profondità, una verifica che dovrebbe effettuare la protezione civile su disposizione del dirigente del dipartimento ambiente della regione siciliana, l’ingegnere Foti. La novità è stata appresa dal neo assessore ai lavori pubblici del comune, ingegnere Nick Giacalone, che è stato a Palermo in diverse occasioni proprio per mettere a fuoco la vicenda e capire le cause del riguardano l’inizio dei lavori. Si tratta, tra l’altro, di un sito già utilizzato in passato per lo stoccaggio di rifiuti e che già è stato visionato da dirigenti e tecnici dell’assessorato arrivati a Mazara alcuni giorni dopo l’incontro nel corso del quale si era dato per certo l’utilizzo del terreno dell’Affacciata che si trova a pochi chilometri dal porto. “Una seconda ipotesi che è allo studio –afferma l’assessore Giacalone – sarebbe legata allo sversamento in mare dei materiali fangosi ma anche in questo caso dovranno essere effettuati dei prelievi per verificare la pescosità delle acque e se l’ambiente marino ne soffrirebbe. Un’ipotesi – continua Giacalone – difficile da realizzare, molto costosa e che richiederebbe tempi molto lunghi. Quello che si verifica, comunque, è una situazione di stallo su un problema che riguarda l’intera città ed anche la Sicilia peschereccia”. E’ certo, comunque, che sul materiale dragato, se dragaggio si farà, verrebbero effettuate le analisi di caratterizzazione dei fanghi, considerato che quelle effettuate nel 2014 dal Cnr, sono scadute per poi procedere allo smaltimento finale in condizioni di sicurezza, ma dove? L’assessore Nick Giacalone rimane continuamente in contatto con Foti alla ricerca di una soluzione “purtroppo –dice – si continua a perdere del tempo prezioso. Il comune ha messo a disposizione l’area dell’Affacciata da sfruttare solo per un periodo di sei mesi e che è stata già ispezionata ma sembra che ora non vada più bene. Occorrono altre verifiche. Del problema se ne parla già da 8 anni, per quanto tempo ancora se ne dovrà parlare?” Intanto dalla regione siciliana arriva un milione di euro per eliminare i detriti e i relitti provenienti dagli ultimi nubifragi che hanno interessato la Città. In particolare, il finanziamento è relativo al nubifragio dello scorso mese di novembre ed al maltempo dello scorso mese di Gennaio. In queste somme sono previsti i rimborsi per i privati che hanno subito danni a causa dei nubifragi. Si tratta di un primo importo destinato ad aumentare stante che ancora tutti i documenti che sono stati inviati devono essere visionati e devono essere valutati totalmente i danni. Intanto si comincerà a ripulire il fiume dai detriti e soprattutto dalle imbarcazioni, affondate lo scorso novembre, che rendono ancor più precaria la sua navigabilità.
(Fonte: Gds.it – Salvatore Giacalone)