Diversi cittadini, anche palermitani, si stanno presentando dagli investigatori a raccontare di avere incontrato, conosciuto e, in alcuni casi, frequentato il boss Matteo Messina Denaro, inconsapevoli della sua vera identità. C’è chi racconta di averlo visto alla clinica La Maddalena, dove il 16 gennaio è stato arrestato, chi di avere fatto parte del gruppo di pazienti oncologici che con lui faceva la chemio. Tra le segnalazioni quella di una donna che ha raccontato di avere avuto una relazione di alcuni mesi con il capomafia precisando, però, di non essere stata a conoscenza della sua reale identità. La donna, come gli altri testimoni, non sarebbe indagata. Sono, però, in corso controlli e verifiche sulle versioni raccontate agli investigatori.
Fonte: Gds.it
Le donne di Messina Denaro, dall’austriaca alla misteriosa madre del figlio. La bionda e la bruna, cinquantenni, sarebbero le ultime amanti che frequentavano il covo: il capomafia aveva un biglietto con i loro numeri in tasca.
Gli investigatori sono sulle tracce di un’altra “amica” del boss che avrebbe frequentato l’ultima abitazione in vico San Vito, anche lei sarebbe una donna di mezza età che però non avrebbe ancora ammesso di essere stata a contatto con Messina Denaro. Nei prossimi giorni sono previsti nuovi importanti risvolti sul fronte delle indagini.
La sua fama di donnaiolo, di “fimminaro”, fa crescere la curiosità su chi lo abbia frequentato nell’ultimo periodo. Due i numeri da chiamare “in caso di bisogno” trovati nei pantaloni del capo mafia. E su questi numeri si stanno concentrando gli investigatori. Si parla di due signore, con molta probabilità di mezza età, una con i capelli lunghi e neri l’altra bionda con un taglio corto. La prima, spiega Fabrizio Caccia sul Corriere, ha un’auto di lusso da 70mila euro parcheggiata sotto casa. Alle domande dei giornalisti si è infuriata affacciandosi dal balcone. E sull’auto così importante, un famigliare ha provato a chiarire: «Non è stato un regalo di nessuno, l’ha comprata lei un anno fa sfruttando un’occasione, toglietevi dalla testa certe idee». La donna sarebbe una piccola imprenditrice. In settimana è stata vista uscire dalla caserma dei carabinieri di viale Risorgimento accompagnata da un’amica. Lì avrebbe solo «dato qualche chiarimento», spiega ancora il famigliare. Raccontano di averla vista negli ultimi mesi i commessi del negozio vicino a vico San Vito, di solito intorno alle 11. Niente di strano secondo loro: «Qui ci viene tutta Campobello a comprare creme e profumi, perché vi meravigliate?»
Ma la “passione” del capomafia per le donne non è cosa di ora, a iniziare dall’austriaca “Asi”, Andrea Haslehner, che in estate lavorava all’hotel “Paradise Beach” di Selinunte. Poliglotta, bellissima. “Era bionda, con gli occhi azzurri, alta circa un metro e settanta, aveva vent’anni”, racconta Francesco Geraci, fedelissimo di Messina Denaro poi pentito. La storia durò tra il 1988 e il 1993 circa. La storia con “Asi” è segnata dall’omicidio del direttore dell’Hotel dove lavorava, Nicola Consales, ucciso dagli uomini del boss a febbraio del 1991. La sua colpa? Essersi invaghito di Asi e di essersi lamentato della frequente presenza nell’hotel del giovane Messina Denaro.
Poi ci sono state altre donne: Francesca Alagna, la madre della figlia del boss, Lorenza. E poi Maria Mesi, la bellissima donna sempre presente con lui in Venezuela. C’è, infine, la storia, di cui molto si parla senza riscontri, di una donna che intorno agli inizi degli anni 2000 gli avrebbe dato un figlio maschio chiamato Francesco. Sono emerse infatti delle intercettazioni tra il cognato e la sorella di Messina Denaro in cui si fa riferimento a questo ragazzo. Finora però non c’è stata nessuna conferma. Il ragazzo si chiamerebbe come il nonno “Ciccio “Messina Denaro, morto latitante il 30 novembre 1998 (ogni anno in questa data la famiglia fa affiggere un manifesto funerario per ricordarlo), “campiere” della famosa famiglia D’Alì di Trapani (l’ex sottosegretario all’Interno Antonio D’Alì è in carcere dal dicembre 2022, dopo la conferma della condanna a sei anni per concorso esterno in associazione mafiosa da parte della Cassazione) e uomo di Totò Riina nel trapanese.
Nella corrispondenza sequestrata in casa di Filippo Guttadauro, cognato e ufficiale di collegamento tra il boss latitante e il suo mondo, ci sono anche le appassionate lettere d’amore inviate a Matteo da una delle donne alle quali è stato legato sentimentalmente, Maria Mesi: «Ti amo e ti amerò per tutta la vita. Dal profondo del mio cuore ti amo, ti mando tantissimi baci. Tua per sempre». E un’altra missiva, inviata questa volta dal boss alla donna, svela invece una passione inedita del boss, quella per i videogiochi: «Desidero tanto farti un regalo. Sai, ho letto che è uscita la cassetta di Donkey Kong 3 e non vedo l’ora che sia in commercio per comprartela. Quella del Secret of Mana 2, ancora non è arrivata…».
Fonte: Lasicilia.it