Il momento atteso e, per certi versi, temuto da milioni di genitori è arrivato. C’è il via libera dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) alla vaccinazione anti-Covid per la fascia pediatrica dei bambini tra 5 e 11 anni. La vaccinazione avverrà con due dosi del vaccino Pfizer, in formulazione specifica e un terzo del dosaggio, a tre settimane di distanza. Le prime somministrazioni dovrebbero partire dal 23 dicembre.
Sieri disponibili in Ue già dal 13 dicembre
I vaccini saranno disponibili nell’Unione europea dal 13 dicembre. Nel pomeriggio l’annuncio era arrivato da Urusula von der Leyen, presidente della Commissione europea. «Pensiamo a come poter incoraggiare e potenzialmente pensare alla vaccinazione obbligatoria all’interno dell’Ue. Serve un approccio comune, ma è una discussione che penso debba essere fatta», ha aggiunto la presidente della Commissione europea. In serata dovrebbe arrivare anche il via libera dell’Aifa, l’agenzia del farmaco.
I pediatri ai genitori: “Vaccinate i bambini”
Intanto il documento delle società scientifiche dei pediatri raccomanda ai genitori di valutare l’opportunità di vaccinare i bambini nella fascia di età 5-11 anni, con il vaccino mRna anti-Covid quando sarà autorizzato anche in Italia. «Nel complesso, ci sentiamo di raccomandare la vaccinazione nei bambini tra 5 e 11 anni in quanto capace di prevenire casi severi, sia pur rari, dovuti direttamente al virus o alle sue complicanze infiammatorie, di ridurre disagi per gli stessi bambini e alle loro famiglie e di aumentare in generale i loro gradi di libertà. La raccomandazione è ancora più forte se il bambino soffre di patologie croniche, e se convive o ha contatti stretti con adulti anziani o fragili», scrivono i pediatri nel documento pubblicato sul sito della Società italiana di pediatria (Sip). «Le controindicazioni sono rarissime – sottolineano – e riguardano soggetti con malattie immunomediate. In questi casi è opportuno rivolgersi agli specialisti che seguono il bambino. Affermiamo questo nella consapevolezza che i dati disponibili, pur essendo più che sufficienti per definire l’opportunità di procedere quanto prima alla vaccinazione nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni, non consentono su alcuni aspetti, quali ad esempio gli effetti a lungo termine della malattia o eventuali complicanze estremamente rare della vaccinazione, di dare risposte definitive». Gli esperti spiegano che la riflessione sul tema deve considerare quanto è noto sull’epidemiologia dell’infezione da SARS-CoV-2 e le sue varianti in età pediatrica, i suoi effetti clinici diretti incluse le complicanze a breve e lungo termine, l’efficacia e la sicurezza dimostrata per il vaccino in questa fascia di età. Le valutazioni devono comprendere sia gli aspetti strettamente medici e assistenziali – che sono ovviamente prioritari – sia gli aspetti psicologici e sociali che caratterizzano la condizione dell’infanzia rispetto alla pandemia. Il documento è stato approvato da Società Italiana di Pediatria (SIP), Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), Associazione Culturale Pediatri (ACP) e dalla Federazione delle Società Scientifiche e delle Associazioni di Area Pediatrica.
Fonte: Gds.it